LA VOCAZIONE
Ciò che è bene e ciò che è meglio
Lo scorrere quotidiano delle nostre giornate è scandito continuamente dalla possibilità che abbiamo di fare scelte, che segnano più o meno incisivamente la vita personale e sociale di ciascuno di noi.
Prendere delle decisioni, però, non è sempre facile, soprattutto quando si tratta di quelle scelte che danno una svolta radicale alla propria esistenza. Per il giovane disorientato da mille voci, risulta spesso molto difficile riuscire a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato o addirittura ciò che è bene da ciò che è meglio. Può allora accadere che, messi davanti ad una scelta fondamentale, presi dalla paura di sbagliare, optiamo per la via più semplice, scegliendo d'istinto ciò che maggiormente ci procura piacere e ci libera dall'ansia. Ma non sempre la via più facile è quella più felice!
I conflitti interni che sperimentiamo, dettati dalla nostra storia personale, dalle esperienze vissute e dai giudizi che provengono dal mondo esterno, ci condizionano nella nostra libertà di scelta, ci creano dei blocchi emotivi e spirituali che ci impediscono di vedere chiaramente la strada che Dio ci sta tracciando. È in questo ambito importantissimo della persona che si inserisce l'esercizio del discernimento.
Il termine "discernimento", termine classico della tradizione della Chiesa, significa letteralmente scegliere, dal latino dis-cernimento, fare una cernita separando. Separare non è semplicisticamente lasciare qualcosa per prendere qualcos'altro, ma è un'operazione molto più complessa e profonda che interpella tutta la persona, la pone nella condizione di fare spazio dentro di sé per cominciare a mettere in ordine tutti gli elementi della propria storia personale secondo una gerarchia di valori e di priorità che corrispondono alle esigenze di ciascuno. Attraverso l'ascolto e l'interpretazione della voce amorevole dello Spirito Santo, che continuamente ci parla e ci guida negli avvenimenti ordinari della nostra storia, il discernimento vocazionale ci aiuta a dare una risposta concreta, libera e gioiosa alla missione che Dio ci affida.
È chiaro che questo è un lavoro che non può essere fatto frettolosamente o da soli, ma richiede tempo, pazienza e collaborazione. Abbiamo sempre bisogno di un "compagno di viaggio" che ci stia accanto e ci incoraggi, soprattutto quando il cammino ci sembra troppo faticoso o impercorribile.
Cari giovani, non arrestate la vostra corsa, non c'è cosa peggiore che rimanere fermi, Dio ci chiama a vivere in pienezza e non a vivacchiare.