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Storia del Santuario di Tagliavia

Il santuario di Tagliavia (PA) sorge sul finire del XVIII secolo.

Madonna del RosarioLa storia racconta che un giorno dei garzoni, nel rimuovere un cumulo di sassi, furono attratti da un masso squadrato rimasto sepolto per chissà quanto tempo. Con sorpresa, rivoltato il blocco di pietra, scoprirono che esso era servito a un ignoto pittore per dipingere un'immagine della Vergine del Rosario.

La Madonna è raffigurata nell'atto di donare il Rosario a San Domenico, mentre il piccolo Gesù in braccio alla Madre, porge una corona di spine a Santa Caterina.

Dopo la scoperta del “sacro” dipinto, a Tagliavia si gridò al miracolo, tanto più che nel momento del ritrovamento dell'immagine dipinta sulla lastra di ardesia sgorgò una sorgente d'acqua ritenuta miracolosa: quest'acqua, data da bere agli armenti colpiti da un grave male, straordinariamente ne favorì l'immediata guarigione.

I romiti si radunarono a Tagliavia spontaneamente. Dapprima non ebbero regola nè abito e vissero in un paio di stanzette. Fu opera loro la prima chiesetta, oggi adibita a cappella feriale di preghiera e adorazione, soprattutto nel periodo invernale, del santuario.

Anche re Ferdinando I di Borbone, che dalla sua residenza di caccia della Ficuzza di tanto in tanto si recava nella vicina Tagliavia, avrebbe sperimentato la miracolosità di quell'acqua: colpito da un oscuro male a un ginocchio, devotamente rivolgendosi alla Madonna, bagnò la parte inferma con l'acqua del pozzo e guarì. Il re, per riconoscenza alla Madre santa, donò ai romiti raccoltisi attorno al santuario, che nel frattempo si stava costruendo, oltre venti ettari di terreno, concedendo anche un assegno annuo, il diritto a cento carri di legna da ardere ogni anno e numerose altre regalìe. Fu così costruito un santuario più grande inaugurato il 1 maggio 1845, giorno dell'Ascensione.

Il Santuario fu curato fino al 1965 dagli eremiti. Dall'11 febbraio 2012 il Santuario è stato affidato ai frati e alle suore di Maria della Famiglia Mariana le Cinque Pietre dall'Arcivescovo di Monreale mons. Salvatore Di Cristina.

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