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LE BEATITUDINI

“Beati i miti, perché avranno in eredità la terra” (Mt 5,5)

In questa beatitudine viene promessa un’eredità, un’eredità non da poco: la terra. Quella terra per cui fin da giovani si combatte per poterla ottenere è qui, promessa davanti a noi. È Gesù che ci dice come poterla avere in eredità.

Davanti alla parola “eredità” forse anche i bambini pensano alle liti che avvengono fra gli adulti e alle divisioni tra i parenti. Anche in loro si issano sentimenti di violenza se fin da piccoli gli viene detto dai genitori: “Il mondo è cattivo. Le cose bisogna guadagnarsele”.

Come al solito il Vangelo sconvolge i nostri modi di pensare e laddove «ognuno crede di avere il diritto di innalzarsi al di sopra degli altri» (papa Francesco), Gesù propone un altro stile: la mitezza.

Nel mondo sembra regnare la prepotenza. Ma la storia non va così: anche i più grandi conquistatori hanno perso le proprie terre. Non si tratta soltanto di terreni geografici. Ognuno pensi a quella terra di cui con prepotenza si è voluto appropriare a tutti i costi: l’attenzione su di sé a scapito degli altri, la ragione in un discorso, il possesso di un uomo o di una donna, ecc. Quante invasioni del terreno sacro che è l’altra persona!

Forse non abbiamo capito che niente è nostro, ma tutto appartiene al Signore che è il Re della pace. Gesù fa partecipare l’uomo alla sua signoria, non un qualsiasi uomo, ma l’uomo di pace che mira ad abbattere i muri di separazione che dividono la terra. «Il mondo appartiene alla fine ai mansueti, ai pacifici» (Benedetto XVI).

Ma chi è la persona mite?

La mitezza non è semplicemente parte del carattere di una persona. Noi penseremo a una persona dal carattere gentile, nobile, fermandoci al livello sociale.

La mitezza è frutto dello Spirito Santo, allora invochiamo la sua presenza in noi e cominceremo a sperimentare questa attitudine alla mansuetudine e alla dolcezza.

Mite è chi, pieno di Spirito Santo, non reagisce con violenza davanti a una provocazione. Il mite reagisce come quel povero che sa di non avere niente se non un tesoro nascosto: si lascia derubare di tutto, la sua battaglia è soltanto per difendere la ricchezza più grande. Per la persona mite il tesoro nascosto è la terra promessa da Dio, la gioia piena in Lui.

Il povero e il mite non sono persone timorose dello scontro, la loro battaglia è per le cose che contano davvero. Sicuramente c’è il rischio che gli altri ci considerino degli sciocchi o degli stupidi. Lasciamo che lo pensino. Come ci dice papa Francesco parlando della santità, «è meglio essere sempre miti, e si realizzeranno le nostre più grandi aspirazioni: i miti vedranno compiute nella loro vita le promesse di Dio».

La persona mite crea unità. Infatti, riempita della presenza dello Spirito Santo, sa reagire in maniera pacifica anche davanti alle situazioni più burrascose. Sarà quindi una persona che non lascerà agire l’agitazione e non si metterà mai l’uno contro l’altro.

immaginiperiodico20181115hNella Regola di vita di noi frati e suore di Maria è scritto: «Ci distingueremo nell’agire e nel parlare con dolcezza. Eviteremo gli scatti d’ira, l’ira è prodotta dal peccato che quotidianamente ci portiamo dentro. Sappiamo che la violenza non ha mai costruito la pace; la violenza è regina di morte». Neanche immaginiamo quanta divisione tra due cuori possa creare uno scatto d’ira. Chissà quanti “piccoli” abbiamo scandalizzato per la nostra prepotenza.

Noi cristiani ci avviciniamo alle persone con atteggiamenti di superiorità e prepotenza e vorremmo pure la loro conversione! Gesù, che è mite ed umile di cuore, ci invita ad essere come Lui in tutto: anche quando c’è da difendere la fede, anche quando siamo chiamati a trasmettere ad altri il vangelo. Anzi ancor più la mitezza è fondamentale in questi momenti: più testimonieremo la tenerezza di Dio e più la nostra parola sarà efficace, perché sarà pronunciata dallo Spirito Santo.

Mai nessuno si è convertito per la nostra parola arrogante, tanti si sono convertiti davanti alla mansuetudine mostrata da Gesù fino alla Croce.

Guardiamo a Gesù: reagiamo con umile mitezza davanti alle avversità di ogni giorno. Allora saremo beati, pienamente felici perché avremo ereditato la terra, ovvero quel posto che il Padre ci ha promesso da sempre: la terra santa dell’alleanza, il luogo della comunione di Dio con tutti noi.